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I simpatici parlamentari di Sel si sono espressi contro l’invio di armi ai peshmerga che stanno combattendo contro la ferocia degli islamisti di Isis. La risoluzione da loro presentata merita di essere letta, un riflesso pavloviano pacifista, per cui di fronte a bande islamiste che stanno compiendo ogni tipo di orrore contro minoranze religiose – in quanto minoranze religiose, ma questo ai parlamentari di Sel  non sembra necessario precisarlo – e imponendo nei territori conquistati la loro folle ideologia islamista, non riescono a immaginare come risposta immediata altro che:

“attivarsi prontamente con un’iniziativa a livello europeo e presso i competenti organi delle Nazioni Unite per l’invio in tempi rapidi di un contingente di “peaceenforcement” sostenuto e sotto il comando dell’Unione Europea che si attenga strettamente alle regole del diritto internazionale e che operi esclusivamente a difesa dei civili minacciati dall’avanzata di ISIS”

Parole vuote, ipocrite, nemmeno lontanamente commisurate a quanto sta accadendo, che esprimono l’incapacità di pensare l’intervento militare come atto necessario non solo difensivo, ma anche offensivo per neutralizzare un nemico mortale.

Parole vuote che esprimono lo spaesamento di una cultura politica fallita che riesce solo a balbettare inconcludenti sciocchezze pacifiste, totalmente incapace di pensare i grandi conflitti contemporanei prigioniera com’è della propria ideologia.

Inutili. E per fortuna lontani dal governo.

3 thoughts on “L’arrampicata sugli specchi di chi è sempre dalla parte sbagliata della storia (#Sel e #Isis)

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