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Il ministro della sanità Giulia Grillo pare si sia un po’ seccata per aver dovuto intervenire ancora una volta sul tema delle vaccinazioni. Pare che siamo in tanti a non volere proprio capire le sue eccellenti intenzioni e la razionalità del suo comportamento. Così si è spiegata nuovamente su Facebook. Ecco, il problema è che io continuo a non capire, e credo di non essere sola. Le sue argomentazioni continuano a parermi confuse, contraddittorie, fumose e anche un po’ grottesche. E poiché si parla di salute pubblica continuo non solo a non capire, ma anche ad essere piuttosto preoccupata.

Quindi vorrei tanto rivolgere queste domane al ministro Giulia Grillo, sollecitatemi da taluni passaggi della sua “spiegazione”:

«Rispetto alla proposta di iniziativa parlamentare e, non governativa, lo sottolineo a scanso di ogni equivoco …»

Dunque, il ministro Giulia Grillo ci tiene a precisare che l’emendamento che rinvia la sanzione in caso di mancata consegna della certificazione relativa alle vaccinazioni, presentato in forma identica da un parlamentare del M5S (Paola Taverna, ineffabile antivaccinista) e uno della Lega (Sonia Fregolent) non è di iniziativa del governo. Ma perché lo precisa? Forse perché è contraria, perché ha intenzione di opporvisi? Non pare proprio. Quindi il ministro Grillo ci dà una informazione che sul piano politico non è di gran significato. Serve solo a prendere le distanze dall’emendamento sul piano simbolico, nella sua comunicazione a quanti sono preoccupati per queste scelte del governo, forse a difendere la sua reputazione di medico, ma non è un dato politico rilevante. Altrimenti, ci spiega il ministro perché ha fatto questa precisazione?

«ribadisco che i bambini dovranno continuare a essere vaccinati e i genitori dovranno ancora presentare le certificazioni. È stata sospesa per un anno una delle tre forme sanzionatorie previste dalla stessa legge, che prevede il non accesso dei bimbi non vaccinati agli asili nido e alle scuole materne. Nessun passo indietro sull’obbligo vaccinale».

L’emendamento rinvia la sanzione del non accesso nei nidi e nelle scuole materne all’anno prossimo. Giulia Grillo afferma che i genitori dovranno comunque presentare la certificazione. A parte che, come è noto, quella certificazione è diventata autocertificazione – ma questo è un altro aspetto ancora della sotterranea erosione dell’obbligo di vaccinazione -, sancire un obbligo senza prevedere una sanzione significa rendere di fatto quell’obbligo una facoltà. Quindi un grande passo indietro sull’obbligo vaccinale. Può confutare in qualche modo il ministro Grillo questa interpretazione?

«Insieme al ministro dell’Istruzione garantiremo a tutti i bambini immunodepressi, quelli che non possono scegliere se vaccinarsi o meno, l’adeguata collocazione in classi in cui è assicurata la copertura vaccinale. In questo modo dando la priorità a chi non può scegliere rispetto a chi può scegliere di vaccinarsi e decide comunque di non farlo.»

Qui entriamo nel grottesco, nel nonsense, o più banalmente nel ridicolo, se le conseguenze di tutto questo non avessero potenzialità tragiche. Innanzitutto si prevede un confinamento dei bambini immunodepressi in classi particolari (in parole povere classi con bambini che hanno la fortuna di avere genitori responsabili e di buon senso e che li fanno vaccinare). Già la cosa è sgradevole e non è nemmeno certo che si possano trovare classi del genere. Ma se il bimbo deve andare in bagno che si fa? Si allestiscono percorsi e bagni speciali? In che modo? E potremmo continuare. Come pensa di muoversi su questo tema il ministro Grillo?

In questo passaggio si fa poi riferimento a chi, potendo vaccinarsi, non lo fa (non lo fanno vaccinare i suoi genitori). Rimango un attimo perplessa. Se si afferma che i bambini che non possono scegliere avranno la priorità rispetto a quelli che possono, ma non vengono comunque vaccinati, allora si da per scontato che sia possibile non vaccinarsi senza che accada nulla, se non un cambio di classe. Con nonchalance si riconosce che la vaccinazione è un optional. Sbaglio signora ministro?

«È inoltre allo studio dei parlamentari un disegno di legge che prevede un obbligo flessibile nel tempo e nello spazio. Ossia uno strumento razionale e di buon senso che contempera il diritto alla salute collettiva e individuale».

Qui ci aiutano Cochi e Renato: “Esso è tutto semovibile» Potrebbe precisare Giulia Grillo questo obbligo spazialmente e diacronicamente cangiante? Ma l’interrogativo maggiore riguarda quel contemperamento tra salute collettiva e individuale. Individuale di chi? Dei bambini che per motivi di salute non possono vaccinarsi? Quello è garantito proprio dagli alti livelli copertura, quindi salute collettiva e individuale coincidono. O di chi ha la sfortuna di avere genitori che credono alle streghe e agli stregoni e che ritengono che il suo diritto alla salute sia tutelato dal non rischiare l’infinitesima possibilità di avere una reazione al vaccino (come si può avere verso ogni farmaco, ma l’accanimento guardo caso è contro le vaccinazioni), e non dalla più alta possibilità di contrarre una malattia infettiva, infischiandosene del danno arrecato ad altri? Il diritto individuale di non diventare autistici, per i bambini che hanno genitori che credono alla fandonia che i vaccini provocano l’autismo? Questi non sono diritti, queste sono paranoie irrazionali e comportamenti gravemente antisociali. Ma forse il ministro ha in mente un altro tipo di diritto individuale. Ce lo può spiegare?

E in fine, signora ministro, ci può spiegare come lei, medico e ministro della Repubblica, possa condizionare il bene della salute pubblica all’opportunità politica e/o a superstizioni medioevali?

 

 

One thought on “Alcune domande al ministro Giulia Grillo

  1. Le affermazioni dell’ineffabile Giulia Grillo fanno il paio con quanto dichiarato oggi dal vice-premier e ministro Luigi Di Maio al Tg1:
    “La scuola non può essere uno strumento obbligatorio”.
    Siamo, nel frangente, alla superficialità (altro che fantasia) al potere.
    Grazie, Professoressa, di vigilare per tutti noi anche su Facebook!

    "Mi piace"

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