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Nuove elezioni. E il Pd si prepara a una nuova débâcle. Il mondo extrarenziano si chiede come sopravvivere. Quello renziano, stretto attorno al suo capo che non vede altro che il proprio percorso personale, come mantenere il potere, fosse anche di un partito ridotto ai minimi termini. Gli oligarchi della stagione 2007-2013, poi acconciatisi al nuovo potere renziano per riscoprire lo spirito critico solo dopo il terremoto del 4 marzo (come altri che ora si affannano a criticare Renzi dopo aver costruito le proprie carriere o carrierine adulandolo) vedono con orrore il partito che avevano costruito nel 2007 come lo strumento del loro potere franargli sotto i piedi. La falange renziana si muove a testa bassa verso la definitiva trasformazione del Pd – anche un Pd del 10%, che importa? – in un partito personale, della persona del leader di Rignano.

Così il Pd muore. Muore ogni possibilità di avere una sinistra italiana. Lo spazio enorme lasciato con la propria inettitudine, delirio narcisistico, meschinità autointeressata, pavidità – a seconda dei casi –  ai populismi (specularmente a quanto fatto da un altro partito-disastro: Forza Italia), rischia di dilatarsi ancora di più e la sinistra rischia di rimanere niente più di un’idea nostalgica, un rimpianto, un rimorso. Comunque niente più che un pensiero.

Nell’immediato, forse, solo una speranza rimane. Una speranza di un nuovo inizio, se non altro per cominciare una traversata nel deserto, ma imboccando la direzione giusta. Paolo Gentiloni. Con il suo patrimonio di credibilità, di consenso, di serietà. Ma non per fare la foglia di fico ai vari «Franceschini» («Franceschini» come categoria dello spirito), che non vedono l’ora di ricostruire il loro pezzettino di potere per continuare ad avere un posto al sole. E nemmeno per convivere con un padroncino prepotente che attraverso prestanome o simili pretende di comandare, a prescindere, a prescindere da tutto, ma comandare. No. Paolo Gentiloni eletto dall’Assemblea segretario del partito e che si presenta come candidato premier del Pd e dei pochi e piccoli alleati che riuscirà a trovare. Cancellando dal proprio cellulare i nome di Renzi, Franceschini, Fassino e di chiunque altro voglia continuare ad aggrapparsi al partito per non andare in pensione o non trovarsi un altro lavoro.

L’alternativa è la creazione di un inutile partitino personale e tutto il resto in mille pezzi. Purtroppo l’alternativa più probabile.

One thought on “Paolo Gentiloni: l’ultima speranza a sinistra. Gli altri, gentilmente, si accomodassero

  1. Grazie Professoressa. Temo però che gli altri, nonostante i pasticci combinati, non si accomoderanno. Ma, quale che sia il prossimo segretario Pd, confido che i dirigenti più responsabili – e i potenziali alleati di coalizione (+Europa e LiberiUguali) – abbiano la forza per scegliere Paolo Gentiloni quale candidato premier alle prossime elezioni. Mi pare l’unica persona, per stile e dimostrate capacità di governo, in grado di respingere le onde populiste, se gli italiani vorranno.

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