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Gentile Orfini, lei sta concentrando la sua difesa del sottosegretario Boschi sul fatto che De Bortoli ha commesso un errore nella sua ricostruzione, poiché secondo la testimonianza dell’allora ad di Unicredit, Ghizzoni, la valutazione dell’eventuale acquisizione di Banca Etruria da parte di Unicredit era cominciata prima del colloquio Boschi-Ghizzoni. A questo aggiunge il fatto che Ghizzoni non ha percepito in quel colloquio che venisse esercitata un pressione. Bene. Però le faccio notare che De Bortoli nel suo libro diede comunque una notizia vera, ovvero il colloquio tra Boschi e Ghizzoni, dove la prima aveva chiesto a Ghizzoni di valutare la possibilità dell’acquisizione.

De Bortoli: “Maria Elena Boschi chiede quindi a Federico Ghizzoni di valutare una possibile acquisizione di Banca Etruria” [“Poteri forti (o quasi)”, La nave di Teseo, 2017]

Ghizzoni, audizione 20 dicembre 2017 (mia trascrizione) : “Alla fine la ministra Boschi mi chiese se era pensabile per Unicredit valutare l’acquisizione o comunque un intervento su Banca popolare dell’Etruria stressando di nuovo che era fatto e era richiesto seguendo questa preoccupazione per la crisi in Toscana. “

Quindi nel suo libro De Bortoli diede una notizia che si è rivelata vera, stando alle dichiarazioni di Ghizzoni che nessuno mi pare metta in dubbio. Ovvero la notizia del colloquio dell’allora ministro delle Riforme e dei Rapporti con il parlamento, quindi non dell’economia, con l’ad di Unicredit che ebbe come oggetto il destino della Banca della quale il padre dell’allora ministro e oggi sottosegretario era stato amministratore e poi Vice-Presidente per otto mesi, dal maggio 2014. La prima domanda che le faccio è se ritiene questo del tutto normale, se ritiene normale che, mentre era in corso la valutazione di cui sopra, il ministro, con tutto il peso di un ministro, oggettivo, esprimesse i suoi convincimenti sul tema con chi doveva assumere una decisione, anche alla luce del fatto che vi sono stati altri colloqui (uno con  il presidente della Consob Vegas sempre vertente su Etruria). L’errore di De Bortoli non investe la veridicità dell’interessamento. Su questo qual è la sua opinione?

 

Veniamo poi alle “pressioni”. Come altri che hanno avuto colloqui con Maria Elena Boschi, anche Ghizzoni ha sostenuto di non aver avvertito pressioni: “personalmente non avvertii pressioni da parte del ministro”. Bene. Ma se l’allora ministro Boschi avesse semplicemente voluto condividere con qualcuno delle preoccupazioni, avrebbe parlato con un amico, un parente, un conoscente. Dal momento che parlò invece con Ghizzoni (come parlò anche con Panetta e Vegas), ovvero con un decisore, e gli parlò come ministro, non credo come amica personale, è evidente che con le sue parole intendeva perlomeno esercitare una “influenza”. Se no, perché parlare con lui? Ecco, quello che le chiedo è se non sia un po’ puerile nascondere dietro al fatto che gli interlocutori di Boschi non abbiano avvertito pressioni, il fatto che parlando con loro il ministro intendeva esercitare una influenza. A questo punto il tema diventa se quella influenza fosse legittima o meno, se un ministro che non ha alcuna delega che investa il tema bancario sia legittimato a parlare di un Istituto di credito nel quale la propria famiglia ha interessi, con autorità di vario tipo che possono avere (o lei ritenga possano avere) un potere decisionale in questioni per lei sensibili per motivi famigliari o di prossimità territoriale.

 

Questi sono i temi, gentile Orfini. E mi consenta di dirle che la propaganda dovrebbe anche cercare di darsi dei limiti, come la logica e il buon senso. Perché al di là della singola questione oggi oggetto di polemica – che, certo, distoglie dai seri problemi del sistema bancario, ma getta luce su certe concezioni della politica molto diffuse – nutrire il dibattito politico di interpretazioni che cozzano con l’evidenza empirica e le basi elementari della logica fa male alla politica tutta.

1 thoughts on “Un paio di domande a Matteo @orfini . La propaganda e i suoi limiti

  1. Fa bene, Professoressa, a continuare a porre, pacatamente ma con logica fermezza, domande scomode a una classe politica, ahinoi, piuttosto opportunista ed evasiva. Grazie!

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