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Non ci volevo credere, era una cosa troppo sciocca. Scopro, attraverso alcuni retweet con commenti ironici, il tweet di Maria Elena Boschi sulla parità salariale tra calciatori e calciatrici:
Norvegia: sancita parità salariale tra calciatori e calciatrici. Domani con @LottiLuca daremo vita a tavolo di lavoro su questi temi.#avanti

Un tavolo su questi temi con Luca Lotti? Dunque, Lotti è Ministro dello Sport, ma forse … Forse, penso, voleva intendere un tavolo sulla parità salariale in generale. Cerco informazioni. Ebbene, pare proprio che il tema sia la parità salariale tra calciatori e calciatrici. A parte la sciocchezza immensa della cosa, poiché è evidente che i due mercati, del calcio femminile e del calcio maschile, sono lontani anni luce, lascia stupefatti il misto di ingenuità e distacco dalla realtà dell’idea. Colto da centinaia di commentatori su Twitter e Facebook, ma non dalla sottosegretaria con delega alle Pari opportunità.

Non so se Boschi abbia collaboratori che si occupano della sua comunicazione su Twitter, come è certamente il caso per la sua comunicazione da personaggio da copertina su Instagram (altro caso di totale scollamento di un personaggio politico rispetto al mondo reale). Ma che sia lei a twittare o qualcuno per lei, appare evidente che per certi politici della nuova generazione la politica altro non è che un gioco di società, anzi, un gioco tra ragazzini del tipo: “facciamo che io ero ministro e tu mi facevi la comunicazione”. Un gioco giocato con lieve noncuranza. E se quel tweet e il post su Facebook sono stati fraintesi, forse Boschi farebbe bene a spiegarsi meglio. Ma, comunque sia, quando si comunica bisogna saper comunicare e lanciare il messaggio del proprio impegno per le pari opportunità (con un tavolo? Vabbè…) partendo dai compensi dei calciatori significa non avere il senso del ridicolo, della realtà, dell’opportunità. Il senso di nulla. Solo l’ansia di apparire sul palcoscenico della politica (un palcoscenico che, come ha scritto Jerrold Post, psichiatra e psicologo politico, attira i narcisisti come la luce le falene); di mettere in scena un fare, fare, fare tutto rosa e tanto bello, per rimanere sotto la luce dei riflettori.

Dire, fare, baciare, lettera, testamento. Ma non pensare.  Solo che intanto il mondo va avanti con il suo fardello di realtà, sempre più pesante, e queste recite parrocchiali non fanno nemmeno più sorridere, fanno arrabbiare.

3 thoughts on “Maria Elena Boschi e lo stipendio delle calciatrici

  1. In realtà non si riferiva ai compensi PRIVATI per la loro attività nei club ma dei compensi per PUBBLICI per le loro apparizioni in nazionale. Meno male che si era informata!

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