L’opposizione di Alfano e dell’Ncd alla stepchild adoption, ovvero la possibilità di adozione, in una famiglia omosessuale, del figlio del compagno/a da parte del compagno/a che si unisce a lui/lei, è al tempo stesso ideologica e crudele. Ideologica perché risponde ad una visione della società totalmente svincolata dalla dimensione empirica, ovvero da ciò che accade realmente tra le famiglie e le persone, e che poggia su una concezione (di tipo filosofico, direi una filosofia reazionaria) unilaterale di bene e male, giusto e ingiusto, che vuole essere imposta a tutti.
Crudele perché se ne infischia delle ricadute sulla vita delle persone di una tale imposizione. Immaginiamo una coppia omosessuale con un figlio. Uno è il genitore biologico (o adottivo, magari perché ha adottato all’estero, in un paese più civile del nostro, oppure è vedovo), l’altro cresce il bambino, diventa un genitore di fatto. Poi il genitore anche «formale» muore. Bene, quel bambino cresciuto da entrambi non solo subirà la perdita del genitore deceduto, ma anche del genitore di fatto, dal quale sarà separato per essere dato in affido o in adozione a qualche sconosciuto, pur essendo in vita chi lo ha cresciuto. Lasciando poi da parte tutte le difficoltà nella vita quotidiana, quando solo un componente della coppia ha la potestà sul minore. Se non è crudeltà questa. Poi, naturalmente, c’è il meschino opportunismo politicante: la sopravvivenza e dunque il tentativo di darsi una identità riconoscibile per dire: dobbiamo esserci anche noi!
Ma oltre all’ideologismo e alla crudeltà alfaniani (conditi con la preoccupazione di dover scendere dal comodo palcoscenico politico a fine legislatura), c’è anche l’opportunismo renziano, e boschiano. Quell’opportunismo prende la forma dei continui rinvii e della «libertà di coscienza», ripetuta come una filastrocca da tutti i renziani di complemento. Esso si fonda su vari fattori. Innanzitutto lo scarso interesse sul tema di giovani-vecchi che non hanno mai posto i diritti civili in cima alle loro priorità (poiché per loro priorità=consenso) e per i quali i radicali sono probabilmente quegli agenti che fanno invecchiare la pelle. D’altro canto, Renzi sul tema non si è mai espresso esplicitamente. Poi ci sono i sondaggi; stando a quanto scritto da Mariateresa Meli sul Corriere della Sera, ve ne sono in mano a Palazzo Chigi alcuni che rivelano perplessità rispetto alle adozioni di una parte consistente dell’opinione pubblica. Per un governo che spende quanto mai si è speso in precedenza in sondaggi, non si stenta a credere che questo elemento conti; followship più che leadership. Poi c’è la preoccupazione per la tenuta della coalizione e il sostegno ad altre misure, vedi la legge di Stabilità, anche se basterebbe ricordare che all’Ncd si è fatto digerire di tutto, compreso un Italicum che premia i partiti e non le coalizioni, ed è chiaro che, vista la sete di sopravvivenza politica di Alfano & Co., non sarebbe molto difficile imporsi o procedere sulla specifica questione, come si minaccia non molto credibilmente di fare, con una maggioranza diversa, allargata al M5S. Ma non si vuole fare, perché i diritti civili non sono nel DNA dei nostri riformatori e poi li si può usare come spot anche se si approva una legge all’acqua di rose senza adozioni, tanto è forte la gran cassa propagandistica del governo. Dunque, non vale la pena creare problemi al baldanzoso corso rivoluzionario.
Detto questo, la speranza è sempre che il buon senso e l’amore per il prossimo alla fine abbiano la meglio su ideologismi, crudeltà e opportunismi. O magari, il caso, il capriccio degli Dei.