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“Dal momento che siamo accusati di annuncite” … noi rispondiamo con annunci…

E così parte il “countdown”, oggi è il giorno zero. Il giorno zero di un percorso … che è un puzzle, un puzzle, dice il Premier. Tanti pezzettini che insieme dovrebbero fare un disegno, anche se il disegno non è così chiaro. Certo, non lo è di più dopo questa ultima conferenza stampa.

Renzi ha bisogno di continuo di raccontare quello che fa, che ha fatto (con interpretazioni ardite), che farà. Elenchi, elenchi, numeri, elenchi. Lo ascolti, ti viene mal di testa, ti perdi, non capisci dove si sta andando. E l’impressione è che non lo capisca neanche lui. L’impressione è che si voglia saturare il discorso politico con una valanga di parole alla quale non è facile fare corrispondere politiche chiare (per non parlare delle visioni che dovrebbero esserne a monte).

La comunicazione è importante, ma qui siamo di fronte a una comunicazione un po’ puerile, un mix di ansia giustificatoria e di furberia da giocatore di poker. Giocatore che racconta che con la trasparenza del nuovo sito spot del governo sarà costretto a far vedere le carte, ma che sa già che poi si inventerà qualcosa di nuovo e le carte resteranno coperte.

Fino a quando? Forse, purtroppo, sino al momento in cui non solo il governo, ma tutti quanti noi, andremo a schiantarci contro una realtà che non si fa raccontare attraverso le slide e che i dati economici e la realtà quotidiana già disvelano. E per quello schianto il countdown è già cominciato da un pezzo .

One thought on “Ma alla fine del countdown c’è la dura realtà

  1. Lei ha proprio ragione.
    Se da un lato la composizione politica del governo non lascia ampi margini di manovra, dall’altro non si sa mai quale sia la soluzione di Renzi ai problemi di cui si discute.

    Mesi dopo le prime slide mi torna in mente la triste (e falsa) telefonata tra Barca e Vendola di Radio24.

    Certo tenere insieme Alfano e correnti del Pd, non scontentare Forza Italia e non dispiacere all’Europa vuol dire NON fare.
    E non capisco come in questa situazione (parlo dei numeri in parlamento) Renzi possa annunciare che non guarderà in faccia nessuno. Mente sapendo di mentire?

    In sintesi credo che sia il giusto risultato dopo anni in cui l’approfondimento e il dibattito in questo paese non sono esistiti. Ci siamo trasformati in uno zoo: falchi, gufi, giaguari, tutti contro tutti ad abbaiare senza ascoltare. Renzi è il risultato di questi anni di chiacchiere da bar e gelati in cortile.
    Sulle riforme, titoli a parte, tace come sul lavoro, sul mezzogiorno, sui diritti, sui giovani, sull’università. Un bravo equilibrista.

    La riforma del Senato è già un pasticcio (o sbaglio?) e l’impressione è che tra fretta, annunci, dilettantismo e protagonismo (e senza che si apra un dibattito su nulla) arriverà il 2017 e questa volta non sarà colpa dei magistrati ma di qualche altra specie di feroci animali pronti a fermare un cambiamento annunciato, promesso ma mai pensato.

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