Home

Ernesto Galli della Loggia affronta nuovamente in un suo editoriale sul Corriere della Sera il tema della sfida che ci proviene dal Medio Oriente. Di nuovo utilizza la chiave interpretativa della religione. Di nuovo non riesco a non intervenire (Vedi qui sotto la mia prima risposta al suo articolo del 28 luglio)

Nell’editoriale  pone diversi interrogativi e su varie riflessioni a proposito dello scollamento tra il modo di interpretare la realtà di noi europei e la realtà medesima mi trova d’accordo. Ma non comprendo questo continuo richiamare l’idea di una guerra di religione. Per Galli Della Loggia questa dovrebbe essere la categoria con la quale leggere quanto sta avvendendo e, mi pare di capire, a partire dalla quale reagire.

Ma perché? Davvero pensa che porterebbe a qualcosa di utile porci come cristiani che affrontano il nemico musulmano? Che serva davvero a molto insistere sulle differenze tra le nostre religioni, come sembra così interessato a fare? A mio avviso una sola, cruciale, è la differenza sulla quale concentrarsi, l’unica davvero politicamente rilevante: l’unione tra Dio e la spada, tra Dio e la legge.

Dicendo questo non sottovaluto le responsabilità delle autorità politiche e spiriturali del mondo musulmano di questi ultimi decenni, denunciate con grande efficacia dalla studiosa musulmana, attivista per i diritti umani, Elham Manea . Sostengo semplicemente che piuttosto che contrapporsi come appartenenti a religioni diverse ( e poi in una ipotetica guerra con il mondo islamico, degli islamici europei cosa dovremme farne: convertirli con la forza, espellerli, o cosa?) da quelle autorità, comprese le autorità religiose musulmane che operano nei nostri paesi, noi occidentali dobbiamo pretendere, con le buone o con le cattive, che affrontino la questione. E mai dobbiamo smettere di denunciare il male che inevitabilmente discende da una religione che si fa legge, perché non può che essere legge discriminante, violenta  e oppressiva. Senza indulgere in tolleranze o stupidi giustificazionismi multiculturalisti.

Con questo patrimonio di convinzioni dobbiamo affrontare la sfida che ci viene posta oggi di fronte. Ricordando che anche il Cristianesimo, nelle sue diverse confessioni, all’accettazione della separazione tra Chiesa e Stato, tra lo scettro e la croce, ci è arrivata solo in tempi storicamente recenti e più con le cattive che con le buone. Se invece diamo per scontato che l’Islam per la sua intrinseca natura non potrà mai arrivare a questo traguardo allora è la fine, noi abbiamo già perso.

Piuttosto che pensare a scontri di religione, a una riedizione aggiornata delle crociate, forse è meglio ricordare quali sono i valori di fondo della civiltà Occidentale e se necessario combattere, ma combattere in nome di quei valori, che non si esauriscono nel pensiero cristiano, anzi nei fatti sono emersi spesso anche in opposizione a quelli difesi dalle Chiese, e che consentono a tutti, cristiani, musulmani, ebrei, appartenenti a altre religioni o atei di convivere dentro ad un quadro di regole e principi non derogabili.

O forse Galli della Loggia ci propone, invece che sfidare l’islam perché proceda in quel cammino che è stato ostacolato e in vari casi interrotto dalla rinascita dell’integralismo di questi ultimi decenni, di tornare noi al passato? In uno scontro tra crociati e infedeli noi siamo destinati a perdere. Meglio affrontare la sfida in nome di Mozart, della Coca Cola, dello sbarco sulla Luna, della Apple e dei Queen.

Risposta a GdL

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...